L’epicondilite è una infiammazione dei tendini dei muscoli estensori della mano, i quali hanno la loro inserzione a livello dell’epicondilo, sporgenza ossea nella regione laterale del gomito. Si tratta di una patologia molto frequente nei tennisti (da qui l’espressione “gomito del tennista”) ed in quelle persone che spesso per attività lavorative sforzano i muscoli dell’avambraccio, come ad esempio i lavoratori del settore edile o gli addetti al videoterminale che per digitare sulla tastiera del pc mantengono il polso in estensione prolungata.
Il sintomo principale è un forte dolore nella parte laterale del gomito che si irradia, a volte, lungo il bordo radiale dell’avambraccio e viene risvegliato nei movimenti di estensione e supinazione. In fase avanzata si può avvertire dolore in sede epicondiloidea nella estensione contro resistenza del polso e del III o IV dito. Nei casi più gravi può insorgere un’impotenza funzionale notevole che aumenta con l’attività fisica, ad esempio con il colpo di rovescio nel tennis, oppure compiendo quegli sforzi tipici della quotidianità come portare le buste della spesa. Il dolore tende a diminuire con il riposo ed è per questo che non si manifesta durante la notte e comunque generalmente non è così intenso da svegliare il malato. Talvolta, oltre al dolore, è presente anche una sensazione di debolezza a livello del braccio nel sollevare pesi anche minimi come un bicchier d’acqua.
IL TRATTAMENTO OSTEOPATICO sarà GLOBALE e soprattutto INDIVIDUALE perchè tenderà a RICERCARE LE CAUSE e a trattare le zone di minore mobilità, concentrando l’attenzione, non solamente sul gomito, ma anche su altri distretti. L’osteopata si avvarrà di tecniche dirette sul capitello radiale, sull’ulna, sulle ossa del carpo, sulla cerniera cervico-toracica, e di tecniche fasciali sulla membrana interossea, sulla clavicola, sui legamenti acromio/claveari, sulla scapola; potrà anche eseguire delle tecniche di drenaggio, lavorando i diversi diaframmi.
L’osteopatia può quindi essere di grande ausilio nel trattamento di questa patologia, offrendo una valida alternativa ai comuni approcci fisioterapici o farmacologici, questi ultimi consistenti tendenzialmente nell’assunzione di antinfiammatori o antidolorifici che spesso costituiscono un rimedio solo per il sintomo e non anche per la sua causa!